Lavorare all’estero: previdenza sociale e documentazione
Trasferirsi a lavorare all’estero è una soluzione degna di chi ha denotato l’impossibilità del proprio Paese di progredire e dargli una possibilità maggiore di lavorare o ugualmente di chi è alla ricerca di nuove esperienze. Partire così dall’oggi al domani, però, non sempre è possibile ed è importante consocere alcuni aspetti che vi aiutino non solo ad ambientarvi nel nuovo Paese, ma anche che vi permettano di lasciare il vostro di origine in maniera tranquilla e salutare, senza portare con voi preoccupazioni inutili che possano inficiare la vostra carriera all’estero.
Pensione
Un aspetto importante nel momento in cui si lascia il proprio Paese per recarsi a lavorare in un altro è la previdenza sociale. All’interno dei confini europei, da quando l’Unione è stata formata e si è creato un diritto comunitario, il trasferimento lavorativo permette di mantenere la previdenza sociale del Paese di origine, senza perdere alcun vantaggio e soprattutto senza dover portare con sé diversi aspetti nella nuova città di destinazione. Questo avviene in qualsiasi Paese europeo o in Svizzera, Liechtenstein, Norvegia e Islanda, che ancora non fanno parte dell’Unione economicamente, ma si adeguano alle realtà comunitarie.
Moduli A1 e S1
Prima di avviare le pratiche di trasferimento, però, è importante che il vostro datore vi fornisca il modulo A1, che vi permetterà di avere una copertura assicurata anche per il resto della famiglia che ha bisogno di previdenza sociale. Bisogna anche richiedere il rilascio del modulo S1 alle autorità nazionali: questo perché il sistema sanitario nel quale andrete, necessariamente, a confluire, essendo completamente nuovo, deve adattarsi alle vostre necessità e voi di conseguenza. All’arrivo nel nuovo Paese il modulo deve essere rilasciato alle autorità competenti della destinazione e così facendo si avrà anche il diritto esteso per la propria famiglia, proprio come il precedente modulo. Cure sanitarie per tutto il periodo di soggiorno assicurate per tutti, a patto che, ovviamente, la causale del trasferimento sia prettamente lavorativa, e che quindi arrechi benessere al Paese che vi sta accogliendo, che dà il benevento a un lavoratore, non a un turista.
Salario Minimo
Il datore di lavoro è però poi obbligato a tenere ben presente le regole che sorgono nel Paese di destinazione: una regola primaria è quella legata al salario minimo. Non può essere assolutamente inferiore al salario minimo legale del Paese ospitante, pertanto sarà anche necessario alzarlo se state andando in una nazione ricca, come può essere una all’interno della Scandinavia o magari la Svizzera. Le stesse regole vengono apportate alla durata massima del tempo di lavoro e dei tempi minimi di recupero dato che variano al di fuori dell’Italia. La regolamentazione sui permessi retribuiti e anche le ferie subiscono delle modificazioni che allo stesso modo devono essere tenute in considerazione. Insomma trasferirsi all’estero vi aiuterà a vivere sempre nel miglior modo possibile del confort, ma è necessario che anche voi agiate di conseguenza partendo organizzati e attrezzati, senza arrivare in Inghilterra o in un qualsiasi altro posto senza le dovute documentazioni, rischiando, così, di trovarvi come un pesce fuor d’acqua.
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